
Le politiche energetiche globali e le discussioni degli ultimi anni si sono concentrate sull’importanza della decarbonizzazione del sistema energetico nella transizione verso la neutralità carbonica.
Tuttavia, nonostante gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio, i combustibili fossili rappresentano ancora più dell’80% dell’uso primario di energia a livello mondiale. Il carbone, la fonte di energia più economica al mondo, è anche la principale fonte di emissioni di CO2 in ambito energetico.
Scopriamo quali Paesi dipendono maggiormente dal carbone.
L’importanza del Carbone nelle Economie Emergenti
Il carbone è la principale fonte di generazione di elettricità e il combustibile primario per la produzione di ferro, acciaio e cemento, rendendolo centrale nelle discussioni su clima ed energia.
Questo combustibile fossile continua a essere una fonte di energia abbondante ed economica, in particolare nelle economie emergenti dove la domanda si sta espandendo rapidamente.
Il Sudafrica è la nazione più dipendente dal carbone, con quest’ultimo che rappresenta il 69% del suo consumo energetico primario nel 2022, anno in cui il consumo globale di carbone ha superato per la prima volta gli 8 miliardi di tonnellate, con Cina e India come i due maggiori consumatori in termini assoluti.
Il solo settore energetico della Cina rappresenta un terzo del suo consumo globale. Nel frattempo, con un tasso di crescita del 6% annuo, l’India ha raddoppiato il suo consumo di carbone dal 2007 ed è previsto che ne guidi la crescita nei prossimi anni.
La Domanda di Carbone nei Paesi Sviluppati
Negli Stati Uniti il consumo di carbone è diminuito di quasi il 50% rispetto ai primi anni 2010.
Con iniziative come l’Inflation Reduction Act (IRA), che include quasi 370 miliardi di dollari per accelerare la transizione energetica degli USA, si prevede che il consumo di carbone continuerà a diminuire nel paese. Una tendenza simile si osserva anche nell’Unione Europea.
La Francia ha solo il 2,5% del suo consumo energetico primario proveniente dal carbone, una percentuale che è la metà di quella dei primi anni 2000.
In Germania, la più grande economia europea, il carbone rappresenta ancora il 18,9% del consumo energetico totale (un piccolo aumento rispetto al 2021, a causa della crisi energetica). Tuttavia, un decennio fa, nel 2012, quella percentuale era ancora più alta, al 24,9% del consumo energetico primario.
Con il consumo di carbone in diminuzione nei paesi sviluppati ma stabile nelle economie emergenti, l’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede che la domanda di carbone rimarrà stabile ai livelli del 2022 fino al 2025, quando forse inizierà a diminuire.
Il Carbone in Italia e le fonti di energia alternative
In Italia il carbone non viene più usato su larga scala perché è molto inquinante. Viene utilizzato come materia prima negli altiforni e nelle centrali termoelettriche per la produzione di calore.
È sostituito in gran parte dal petrolio e dal gas metano. Nei consumi finali troviamo infatti al primo posto petrolio e prodotti petroliferi (36,8%), seguiti dal gas naturale (27,2%) e dall’energia elettrica (22,7%).
Nel 2021 il Belpaese ha consumato oltre 76 miliardi di metri cubi di gas, di cui quasi 73 miliardi sono stati importati dall’estero, soprattutto da Russia e Nord Africa.
Il comparto delle fonti rinnovabili ha fatto registrare nel 2022 una crescita del +109% rispetto al 2021, tuttavia, nonostante il risultato positivo raggiunto, siamo ben lontani dall’obiettivo di 9 GW/anno imposto dalla Commissione UE, per raggiungere il quale, secondo lo scenario FitFor55 elaborato da Terna-Snam, è necessario triplicare l’installato annuale rispetto a quello del 2022.
La produzione fotovoltaica ha raggiunto quella idroelettrica, considerevolmente ridimensionata a causa della grave siccità che ha colpito l’Italia, diminuendo dal 40% del 2021 al 28% del 2022.
È evidente la necessità di un’accelerazione nel passaggio a fonti energetiche rinnovabili, dando maggior importanza alle rinnovabili elettriche, passando, entro il 2030, dal 35% al 70% della copertura del fabbisogno elettrico. Questo potrà essere possibile sfruttando le varie applicazioni possibili, dal fotovoltaico residenziale, commerciale, industriale e utility scale, senza per questo dimenticare l’installazione di impianti eolici onshore e offshore.
Fonte dati articolo e video: Statistical Review of World Energy 2023