
Cari clienti e lettori di Enjoy Energy, eccoci qui con l’aggiornamento mensile sull’andamento degli Indici Energetici italiani. Ve lo diciamo subito: i valori di ottobre 2021 — PUN (luce), PFOR e PSV (entrambi del gas) — hanno fatto segnare nuovi massimi storici.
La crisi globale dei prezzi della materia prima è ormai nota a tutti: ne abbiamo parlato ampiamente e l’abbiamo analizzata nell’articolo mensile sugli indici di settembre 2021, e lo scenario non è cambiato — se non con un ulteriore incremento.
Luce: il PUN di ottobre 2021
Continua l’impennata. Il mese scorso dicevamo “e purtroppo non finirà qui”, mentre questo mese possiamo (forse) permetterci di dire che si è raggiunto il picco. E che picco! l’energia elettrica era salita del 21% — superando i 100€/MWh — ad agosto. A settembre aveva fatto un altro balzo secco del 40%; questo mese non si smentisce, e ripropone un +38%.
Ecco di seguito come pubblicati sul sito del Gestore dei Mercati Elettrici mercatoelettrico.org, espressi in €/MWh.
F1 | F2 | F3 |
ore di picco | ore intermedie | ore fuori punta |
238,80 | 235,64 | 192,63 |
I valori indicati sono la media aritmetica di tutti i valori orari assunti dal PUN del mese, articolati per Fascia oraria, e costituisce la base di riferimento per il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica. Quasi tutte le offerte a tariffa variabile dei vari operatori italiani (tra cui quelle di Enjoy Energy) sono basate su questo valore.
Come sempre, ecco il grafico dell’andamento a partire da maggio dello scorso anno, mese in cui si registrò il picco minimo: un MWh di energia elettrica costava 21,8€. Oggi i prezzi sono decuplicati.

Le Fasce sono quelle definite da ARERA nella Delibera 181/2006, ovvero:
F1 | dalle 8 alle 19, da lunedì a venerdì |
F2 | dalle 7 alle 8 e dalle 19 alle 23 da lunedì a venerdì; dalle 7 alle 23 del sabato |
F3 | dalle 23 alle 7 da lunedì a sabato; tutte le ore di domenica e dei giorni festivi |
Gas: PFOR e PSV di ottobre 2021
Il mercato del gas naturale deve tenere conto di due indici (in verità ce ne sono di più): PSV e PFOR. Questi indici vengono utilizzati arbitrariamente dai vari operatori italiani per creare le proprie offerte, in base a strategie commerciali. PFOR è un indice previsionale, ed è quello su cui basa le proprie offerte il Servizio di Tutela; PSV è invece la media mensile delle quotazioni in tempo reale del prezzo.
Il PSV (Punto di Scambio Virtuale, sistema elettronico amministrato dal Gestore dei Mercati Elettrici) è la media mensile dei prezzi Bid e Offer delle quotazioni giornaliere, pubblicate da ICIS Heren — European Spot Gas Markets sotto il titolo “PSV Price Assessment”.
Il PFOR, normato da ARERA con deliberazione 9 maggio 2013, 196/2013/R/gas, ha aggiornamento trimestrale ed è pubblicato dall’Autorità stessa. Il PFOR del trimestre è dato dalla media aritmetica delle quotazioni forward trimestrali OTC relative al trimestre t-esimo del gas, presso l’hub TTF e rilevate da Platts, con riferimento al secondo mese solare antecedente il trimestre t-esimo (ovvero, il PFOR viene stabilito in anticipo rispetto al trimestre in cui verrà applicato).
I valori originali dei due indici sono pubblicati in GJ e MWh. Visto che fanno venire già abbastanza mal di testa questi valori esorbitanti, vi evitiamo la conversione e li riportiamo qui in centesimi di € per Smc — ovvero come ve li ritrovate ogni mese in bolletta.
PFOR | PSV |
47,8 | 91,4 |
Nel mese di ottobre, il PFOR fa la sua variazione trimestrale (la stangata per la Tutela annunciata il mese scorso), salendo dell’80%. Tuttavia, resta la metà del PSV, che ci dà un valore più veritiero rispetto al costo della materia prima: dopo l’incremento del 47%, questo mese fa registrare un +38%. La “forbice” del tutto anomala tra i due valori sta causando enormi problemi agli operatori le cui tariffe sono basate su PFOR, costringendoli a vendere in grave perdita. Molti operatori sono in un momento di profonda crisi, alcuni hanno inviato comunicazioni unilaterali ai propri clienti informandoli di non poter mantenere il prezzo, altri hanno addirittura “sganciato” una parte della propria clientela.
Ancora più critica la situazione per gli operatori che proponevano tariffe a prezzo fisso (quasi tutte ormai ritirate dal mercato), magari bloccate persino per 24 mesi.
Gli indici PSV e PFOR hanno mostrato quest’anno un andamento a dir poco inquietante…

La crisi dei prezzi: l’intervento del governo
Questi prezzi alle stelle (o oltre) non hanno causato tutti i danni che avrebbero potuto causare, grazie al rapidissimo e sostanzioso intervento del Governo. Con vari miliardi di euro stanziati in soccorso di chi paga ogni mese le bollette, il colpo c’è stato, ma è stato decisamente attutito: oneri di sistema azzerati sulla luce e IVA al 5% sul gas sono stati aiuti concreti che hanno permesso di calmierare il “Black October” dell’energia.
Se diamo un’occhiata all’andamento dei prezzi sul sito del Gestore del Sistema Elettrico, vediamo che in novembre la situazione non è migliorata, ma l’incremento comincia a dare segni di stabilizzazione (e non abbiamo più assistito alle oscillazioni pazzesche del mese scorso). Possiamo aspettarci fino alla fine dell’anno e per l’inizio del 2022 valori simili a quelli attuali, e un miglioramento a partire da febbraio. In primavera, i valori dovrebbero finalmente tornare accettabili.

Un po’ meglio va già il gas, che dopo i picchi di ottobre ha già cominciato un calo significativo, attestandosi attorno ai 70 (un valore sempre altissimo, ma in chiara discesa).
In ogni caso, il rischio concreto rischio di default per gli operatori energetici, di cui parlavamo lo scorso mese, si è già concretizzato purtroppo; mentre gli allarmi su un eventuale “lockdown energetico” sembrano rientrati.
Ma il fatto che la “bolla dei prezzi” forse cominci a mostrare di non volersi quantomeno gonfiare ulteriormente non deve farci tirare alcun sospiro di sollievo. Come è successo, succederà di nuovo. Al di là di tutte le valutazioni che si possono fare, quello che dovrebbe farci capire questa situazione è che il nostro modello di consumo non è sostenibile.
Siamo indietro di trent’anni sulla transizione ecologica. La crisi non passerà da sola. Non ci sarà un “ritorno alla normalità”: i prezzi caleranno, ma non saranno quelli di prima. La situazione attuale è causata da consumi sconsiderati e sbagliati. Va eliminata alla radice la domanda di combustibili fossili.
E ricordiamoci: l’unica energia veramente “ecologica” è quella che non consumiamo.