
Cari clienti e lettori di Enjoy Energy, rieccoci con l’aggiornamento mensile sull’andamento degli Indici Energetici italiani. Oggi parliamo dei valori di settembre 2021. Gli indici che prenderemo in esame sono il PUN (luce), il PFOR e PSV (entrambi del gas).
La crisi dei prezzi — come sapete ormai globale — continua a imperversare e saranno mesi di bollette salate, inutile negarlo: gli indici salgono a valori mai visti ne prevedibili, oscillano giornalmente in maniera folle, e tutto questo sta impattando sull’economia globale… e sulle tasche sempre più vuote di chi ogni mese paga le bollette.
Luce: il PUN di settembre 2021
Nonostante i valori già ben superiori alle medie registrati ad agosto, l’annunciato incremento dei prezzi con l’arrivo dell’autunno c’è stato, e purtroppo non finirà qui. A settembre l’energia elettrica ha registrato un picco storico: il Prezzo Unico era salito del 22% tre mesi fa, ad agosto ha subito un ulteriore sbalzo del 21% superando i 100€/MWh, mentre questo mese l’impennata è stata del 40%.
Ecco di seguito come pubblicati sul sito del Gestore dei Mercati Elettrici mercatoelettrico.org, espressi in €/MWh.
F1 | F2 | F3 |
ore di picco | ore intermedie | ore fuori punta |
167,39 | 167,53 | 146,46 |
I valori indicati sono la media aritmetica di tutti i valori orari assunti dal PUN del mese, articolati per Fascia oraria, e costituisce la base di riferimento per il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica. Quasi tutte le offerte a tariffa variabile dei vari operatori italiani (tra cui quelle di Enjoy Energy) sono basate su questo valore.
Come sempre, ecco di seguito il grafico dell’andamento a partire da maggio dello scorso anno, mese in cui si registrò il picco minimo — un MWh di energia elettrica costava all’ingrosso 21,8€: oggi i prezzi sono sette volte tanto:

Le Fasce sono quelle definite da ARERA nella Delibera 181/2006, ovvero:
F1 | dalle 8 alle 19, da lunedì a venerdì |
F2 | dalle 7 alle 8 e dalle 19 alle 23 da lunedì a venerdì; dalle 7 alle 23 del sabato |
F3 | dalle 23 alle 7 da lunedì a sabato; tutte le ore di domenica e dei giorni festivi |
Gas: PFOR e PSV di settembre 2021
Il mercato del gas naturale è più complicato, a partire dagli indici da tenere d’occhio, che in questo caso sono (almeno) due: PSV e PFOR guidano i prezzi della materia gas, e vengono utilizzati arbitrariamente dai vari operatori italiani per creare le proprie tariffe in base alle relative strategie commerciali. PFOR è un indice previsionale (come spieghiamo sotto) ed è quello su cui basa le proprie offerte il Servizio di Tutela; il PSV è invece la quotazione (per semplificare) “in tempo reale” del prezzo.
Il PSV (Punto di Scambio Virtuale, sistema elettronico amministrato dal Gestore dei Mercati Elettrici) è la media mensile dei prezzi Bid e Offer delle quotazioni giornaliere, pubblicate da ICIS Heren — European Spot Gas Markets sotto il titolo “PSV Price Assessment”.
Il PFOR, normato da ARERA con deliberazione 9 maggio 2013, 196/2013/R/gas, ha aggiornamento trimestrale ed è pubblicato dall’Autorità stessa. Il PFOR del trimestre è dato dalla media aritmetica delle quotazioni forward trimestrali OTC relative al trimestre t-esimo del gas, presso l’hub TTF e rilevate da Platts, con riferimento al secondo mese solare antecedente il trimestre t-esimo (ovvero, il PFOR viene stabilito in anticipo rispetto al trimestre in cui verrà applicato).
I valori originali dei due indici sono pubblicati in GJ e MWh. Per evitare l’uso di antidolorifici per l’emicrania, ve li riportiamo qui in centesimi di € per Smc — ovvero come ve li ritrovate ogni mese in bolletta.
PFOR | PSV |
26,5 | 65,9 |
Nel mese di settembre, il PFOR resta stabile, essendo un valore trimestrale (la stangata per la Tutela arriva dalla bolletta di ottobre), discostandosi quindi in modo lampante dal prezzo “reale” del gas in questo periodo, e mandando in crisi molti operatori del settore con tariffe a PFOR, che stanno vendendo in perdita e dovranno “vendere più caro” quando il prezzo scenderà per recuperare. Invece il PSV ci dà un valore più veritiero rispetto al costo della materia prima: dopo l’incremento del 19,5% lo scorso mese, sale ancora del 47%.
Ancora più in difficoltà sono svariati operatori italiani che, nei mesi scorsi, hanno proposto ai propri utenti tariffe a prezzo fisso (oggi ritirate in tutta fretta dal mercato), magari bloccate anche per 24 mesi, e che si ritrovano oggi a vendere a una frazione del costo della materia prima. Uno scenario a dir poco infausto per le aziende che hanno puntato su simili offerte (e che difficilmente potranno mantenere le promesse fatte ai propri clienti).
Gli indici PSV e PFOR hanno subito nell’ultimo anno una crescita continua, e gli ultimi mesi sono stati sempre peggio…

La crisi dei prezzi: i prossimi mesi
Vi abbiamo parlato il mese scorso delle misure del governo, che ha varato un provvedimento — recentemente ampliato — per calmierare la “stangata” andando a intervenire su oneri di sistema, IVA (per il gas) e incrementando i bonus sociali per le fasce meno abbienti. I 4 miliardi già stanziati, e i 10-15 annunciati dal governo Draghi, non saranno comunque sufficienti a evitare il rincaro, per quanto senz’altro potranno tamponarne gli effetti immediati.
Roberto Cingolani, Ministro alla Transizione Ecologica ha confermato che il Governo è al lavoro “con la massima attenzione, in questi giorni c’è la massima concentrazione sul tema. Cerchiamo di mitigare, intanto in tempo reale sulla prossima bolletta ma c’è consapevolezza che sono trend globali che non invertono in un mese, bisogna prendere decisioni più infrastrutturali.”
Infatti, purtroppo il prezzo dell’energia non smette di far registrare picchi pazzeschi nelle giornate di ottobre, oscillando in modo incontrollato ben oltre i 200€/MWh.

Per i prossimi mesi, cosa dobbiamo aspettarci? Difficile dirlo con certezza. I valori del PUN sopra riportati sono molto preoccupanti, e si è già parlato — a buon titolo — di concreto rischio di default per gli operatori energetici e di “lockdown energetico“. Ma, se tutti in questi giorni “danno i numeri”, in realtà è davvero difficile prevedere cosa accadrà anche solo nei prossimi giorni. Il prezzo del gas, per esempio, dopo essere oltre che raddoppiato — facendo registrare punte inverosimili di 150€/MWh e oscillazioni nel giro di poche ore di oltre 30€/MWh — rispetto al già elevatissimo valore di settembre, è tornato a scendere negli ultimi 4 giorni in seguito alle dichiarazioni di Vladimir Putin, riattestandosi attorno agli 80€/MWh.
Senza pretendere quindi di rispondere alla domanda fatidica: “Quando torneranno normali i prezzi?” riportiamo che la via d’uscita proposta da Jeff Currie di Goldman Sachs è invece la Demand Destruction: insomma non dobbiamo aspettare che i prezzi scendano per magia — bisogna consumare meno.
L’emergenza prezzi ha portato all’attenzione del mondo intero l’urgenza di accelerare il processo di transizione ecologica. Dobbiamo, infatti, comprendere che la soluzione all’attuale crisi non è “attendere che passi” o “pregare che il Governo faccia qualcosa”. Occorre invece accettare che i prezzi attuali sono, in estrema analisi, conseguenza di un modello di consumo sconsiderato. L’unica vera soluzione è un paradigm shift che davvero abbatta i consumi da un lato, e renda obsoleta la domanda di combustibili fossili dall’altro.
Riportando un intervento a questo proposito del premio Nobel alla Fisica Giorgio Parisi alla Camera dei Deputati: “Sfortunatamente le azioni intraprese dai governi non sono state all’altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati estremamente modesti. L’umanità deve fare delle scelte essenziali“.