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    Matteo Cappè, direttore responsabile della rivista BiciLive.it

    Daniele Bonfanti, direttore marketing di Enjoy Energy, ha fatto una bella chiacchierata con Matteo Cappè, direttore responsabile di BiciLive.it: ne escono una serie di riflessioni estremamente interessanti e tutt’altro che banali sull’esplosivo mondo della mobilità elettrica.

    [Daniele Bonfanti] Partiamo con una domanda personale, per presentarti ai nostri lettori: come ti sei ritrovato a fare il Direttore Responsabile di BiciLive.it?

    [Matteo Cappè] Sono sempre stato appassionato di Mtb (mountainbike), praticamente da sempre. Quando mi sono trasferito a Milano per frequentare la Facoltà di Architettura, ho iniziato a collaborare con una rivista specializzata di Mtb (una rivista storica, si chiamava TuttoMountainbike) e in quel contesto ho unito alla Mtb un’altra mia grande passione: la fotografia.

    Per più di 10 anni ho frequentato il mondo della bici e conosciuto appassionati, aziende, personaggi noti del settore e mi sono fatto un bel bagaglio di questo mondo. Nel 2013, insieme a Riccardo Severgnini e Marco Ferrari (Amministratore Unico di moma Studio, l’attuale casa editrice di BiciLive e agenzia di comunicazione con più di 20 anni di storia) abbiamo fondato BiciLive.it: una testata giornalistica dedicata alla cultura della bici in tutte le sue forme di cui sono sempre stato Direttore Responsabile.

    [DB] Cosa rende autorevole e utile BiciLive.it per il pubblico?

    [MC] BiciLive nasce da un team di persone che hanno vissuto e vivono tutt’ora il mondo della bici sia in ambito professionale sia come veri e propri appassionati. Si tratta di un connubio perfetto perché ci rende consapevoli di tutto quello che raccontiamo e pubblichiamo ogni giorno sui nostri canali.

    BiciLive nasce all’interno di un’agenzia di comunicazione con più di 20 anni di esperienza e questo ha permesso di strutturare non solo un magazine dedicato al mondo della bici, ma una vera piattaforma dove le persone possono trovare moltissime informazioni: il cuore della piattaforma è il nostro sito BiciLive.it con cinque portali dedicati alla mountainbike, la bici da strada, la mobilità urbana, il triathlon e la bici elettrica.

    Sulla nostra BiciLive APP invece si possono ricercare, tramite un motore di ricerca interno e i parametri fondamentali, tutti i modelli di ebike commercializzate in Italia per ogni categoria.

    La piattaforma editoriale di BiciLive: magazine, app, catalogo, guida

    Inoltre, ogni anno (ormai alla sua quarta edizione), pubblichiamo il Catalogo delle Bici Elettriche in versione cartacea con più di 2.000 modelli di bici elettriche, con schede tecniche, prezzi e approfondimenti. Pubblichiamo, in allegato al catalogo, l’unica Guida ai Noleggi di eBike con circa 270 noleggi selezionati in tutta Italia, con i contatti, i prezzi e molti consigli.

    Sui nostri canali social pubblichiamo recensioni, anteprime, tutorial e moltissime informazioni del mondo della bici. Chi vuole può registrarsi alla nostra newsletter con cui comunichiamo ogni mese una selezione delle news più importanti.

    [DB] Quali sono le tipologie di bici elettriche che “tirano” di più nel nostro Paese?

    [MC] Negli ultimi anni abbiamo visto un’evoluzione continua nelle tipologie di ebike proposte da più di 150 aziende produttrici di bici elettriche. La categoria “regina” che ha regnato per anni è stata indiscutibilmente la eMtb (eMountainbike) ma questo tipo di bici va visto non solo come una bici da utilizzare in montagna. La eMtb al suo interno ha delle sotto-categorie che la rendono adatta a moltissime tipologie di contesti e percorsi: dall’uso cittadino ai trail più estremi. Per esempio una eMtb front (bici con la forcella ammortizzata ma senza ammortizzatore posteriore) è adatta a un utilizzo in città, per passeggiate fuori porta, al parco, ma anche per sterrate non troppo sconnesse. Mentre una full suspended (ammortizzata su entrambe le ruote) è adatta a itinerari in montagna e lunghe escursioni. In base alle caratteristiche, una eMtb full può essere più o meno adatta a un utilizzo gravity (discese di livello tecnico impegnativo).

    Poi abbiamo le eTrekking, bici simili alle eCity (bici da città) ma più robuste, adatte a lunghe escursioni e viaggi, con portapacchi dall’alta capacità di carico, ammortizzatori alla ruota anteriore e ruote robuste anche per off road, che in Italia hanno faticato a farsi conoscere ma attualmente stanno prendendo sempre più piede, complice il noto turismo di prossimità e l’esplosione dei noleggi di ebike nelle località turistiche.

    Anche le Cargo elettriche si stanno facendo notare, possono essere delle vere alleate in città sia per attività professionale, sia per utilizzo quotidiano per fare spesa, portare i bimbi a scuola e andare in ufficio.

    L’ebike da città ha avuto una certa importanza ma senza grande clamore, come sappiamo l’italiano medio non è ancora favorevole a una mobilità urbana in sella alle due ruote a pedali. Tuttavia negli ultimi anni c’è stato un modello urban che ha avuto un successo pazzesco: le chiamano “ePieghevoli fat” dove fat sta per “grasso”, si tratta di quelle bici dal telaio abbastanza compatto e con sistema che permette di piegarle, ma la caratteristiche che le contraddistingue sono le ruote “grasse” dalla sezione simile a quelle di uno scooter, spesso anche più grosse. Questo genere di bici ha avuto successo molto probabilmente perché a livello psicologico infonde nel pubblico sicurezza e comfort: la ruota dalle dimensioni più grandi “ammortizza” e attenua le asperità del terreno, è molto più confortevole quando si percorre un pavé o si prende una buca e difficilmente si infila nei binari del tram!

    Una ebike fat pieghevole: Icon.E X7 Elegance
    Un esempio di fat pieghevole: Icon.E X7 Elegance; courtesy of V-Ita Group

    Un’altra categoria che lentamente sta avendo successo è la ebike da strada e quella da gravel. Quest’ultima categoria è molto interessante perché è una bici con geometrie e fattezze simili a quelle di una bici da strada ma molto più confortevole e con ruote dalla sezione abbondante, che permettono di utilizzarla sia su asfalto sia in off road, anche su percorsi abbastanza impegnativi, ed è perfetta anche per escursioni di più giorni o cicloturismo elettrico.

    [DB] Le tre cose più importanti quando si deve scegliere una bici elettrica.

    La prima cosa, quella fondamentale per non perderci nel vasto mercato delle ebike, è quella di capire bene cosa vogliamo fare con la nostra futura bici elettrica. È importante valutare il motivo che ci spinge all’acquisto di una ebike perché questo ci aiuterà a individuare la categoria in cui andare a selezionare il nostro modello: una eMtb per divertirmi nel weekend e mantenermi in forma? Una eCity per andare al lavoro? O una eCargo per portare i figli a scuola, fare la spesa e andare anche al lavoro?

    Secondariamente, scelta la categoria di bici, dovremmo valutare alcuni parametri per individuare il modello più indicato. In questa fase è opportuno comprendere come userò la bici e con che intensità. Molto spesso lo stesso modello di bici è proposto con differenti allestimenti che possono far variare il prezzo anche di 2.000 euro. In questa fase è importante scegliere la capacità della batteria (autonomia) e il tipo di motore (al mozzo o centrale).

    Come terzo aspetto, arrivati quasi alla fine della nostra scelta dovremmo definire il budget massimo di spesa. Questo ci permetterà di individuare perfettamente il range di modelli da scegliere e nel caso capire se in quel budget posso permettermi dei componenti che migliorano l’esperienza in bici o degli accessori che vanno considerati nell’acquisto di una bici, come un lucchetto, un casco, un abbigliamento adeguato, eventuali portapacchi e borse ecc…

    [DB] Ultimamente è diventato difficilissimo portarsi a casa una bici elettrica in tempi decenti. Come mai tutta questa difficoltà negli approvvigionamenti?

    Purtroppo questo problema non è presente solo nel settore bici, ma ha coinvolto moltissimi settori. Cerco di essere sintetico: il problema nasce da un concatenamento di fattori nati dall’emergenza Covid-19. Durante l’emergenza sono sorte problematiche che hanno spinto moltissime persone a rivedere le loro abitudini. È noto il boom che c’è stato della vendita di bici e bici elettriche in Italia (ma la grande richiesta è avvenuta in tutto il mondo, non solo nel nostro paese).

    Il perché del “tutti pazzi per le bici e i monopattini” è da imputare principalmente a due fattori: il primo è la necessità di muoverci in città con mezzi alternativi che permettano il distanziamento sociale, dove molte persone hanno deciso di optare per bici e monopattino in alternativa a mezzi pubblici e auto.

    L’altro fattore è il Bonus Mobilità, ridefinito poi “bonus bici” perché ha permesso in modo indiscriminato di sfruttare il bonus non solo per una bici specifica per spostarsi in città, ma per acquistare qualsiasi tipologia di bici, anche bici per fare downhill in montagna, bici che in città sarebbero non solo scomode ma neppure facilmente pedalabili; questo è stato un grande errore di chi ha gestito il bonus.

    Questa enorme richiesta ha messo in difficoltà il settore della bici perché nessuno si sarebbe mai aspettato una richiesta così elevata di biciclette. Anche se i produttori di bici hanno provato a “tenere botta”, il grande problema è stato quello di riuscire a ottenere i componenti per montare le bici. Attualmente è ancora difficile recuperare per esempio un cambio o altri componenti.

    Andando ancora più a monte del problema c’è stato una difficoltà di reperimento delle materie prime con cui vengono costruiti i componenti, i telai, le celle delle batterie… ecco, una serie di problematiche che oltre ad aver reso difficile reperire una bici, ha prodotto anche un innalzamento dei costi dei modelli, in alcuni casi anche del 10% in più.

    [DB] Una domanda delicata. Parliamo del “lato oscuro” della bici elettrica: lo smaltimento delle batterie…

    Sì, domanda delicata. Parto affrontando un concetto che mi piacerebbe sottolineare e ricordare: la bici elettrica ha reso meno ecologico un mezzo altamente ecologico: la bici muscolare, quella che non ha il motore né le batterie. La bici elettrica a pedalata assistita è un mezzo di trasporto con molte componenti elettriche ed elettroniche e per questo deve seguire normative per il trasporto, lo stoccaggio e lo smaltimento simili a prodotti di uso domestico come un aspirapolvere o un forno. Dunque è importante far passare il messaggio che l’eBike è un mezzo più ecologico di un’auto o uno scooter, ma non è 100% ecologica. Lo smaltimento delle sue componenti è quello che devono seguire le batterie delle auto, le celle che le compongono sono le stesse.

    La redazione di BiciLive sta affrontando questa tematica proprio in questo periodo. La cosa che ci lascia perplessi è che gli operatori del settore (produttori di bici, distributori, negozianti) non hanno la minima idea di dove finiscano e come vengano smaltite le batterie delle loro bici.

    Attualmente le batterie esauste delle bici devono essere consegnate ai negozianti che si fanno carico dello smaltimento tramite un consorzio o centro RAEE (centri di smaltimento di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).

    Un consiglio a chi dovesse smaltire una batteria di una bici elettrica: rivolgetevi a un negozio specializzato o chiedete al vostro comune dove poterla smaltire correttamente, per esempio presso un centro di raccolta RAEE.

    [DB] Quali sono a tuo avviso le tendenze del mercato della bici elettrica in Italia? Cosa cambierà nel prossimo futuro?

    È indiscutibilmente un settore in rapida evoluzione, che attira l’attenzione di grandi aziende anche fuori dal settore. Questo porta a un’accelerazione dello sviluppo della tecnologia con cui vengono prodotti componenti come batterie, motori, display, ecc. Ciò porterà a proporre al pubblico bici sempre più sofisticate, dall’alto valore tecnologico e speriamo che migliorino sempre di più la nostra sicurezza in sella. Il pubblico avrà un ventaglio di modelli sempre più ampio.

    Purtroppo i prezzi delle bici sono ancora elevati e la situazione non ha permesso nessun ridimensionamento dei prezzi, anzi sono aumentati. I prossimi due anni serviranno probabilmente a ristabilire un equilibrio nel mercato e forse tra 3 anni si avrà una diminuzione dei prezzi.

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