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    Comunità è una parola che a noi di Enjoy piace molto: ci dà quel senso di affiatamento che sta dietro al lavoro di un gruppo che mira al raggiungimento del medesimo obiettivo, di un sistema che opera in totale sinergia e in cui prevale il bene comune rispetto a quello del singolo.

    È da queste premesse e dalla volontà di modificare il tradizionale schema di consumo di energia secondo logiche più sostenibili ed efficienti che parliamo di Comunità Energetiche Rinnovabili.

    Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili?

    Le Comunità Energetiche Rinnovabili (REC) sono associazioni in cui un gruppo di soggetti condivide uno o più impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili per provvedere al soddisfacimento del fabbisogno energetico di tutti i componenti.

    La partecipazione a questo progetto è libera e su base volontaria ma sottoposta a una serie di step burocratici, in quanto le REC sono disciplinate dalla legge.

    I futuri soci – che possono essere liberi cittadini, PMI, autorità pubbliche locali o enti territoriali – devono risiedere tutti in prossimità degli impianti (nello stesso quartiere o distretto) e sono tenuti a costituire una vera e propria entità giuridica autonoma, di modo che possa essere conforme alle normative e in linea con lo scopo della Comunità. Quest’ultimo deve essere di carattere ambientale e/o sociale, non volto a generare profitti economici.

    Come nascono le Comunità Energetiche Rinnovabili?

    Nel 2018 troviamo una prima definizione ufficiale di Comunità Energetica Rinnovabile con la Direttiva RED II (Direttiva UE 2018/2001). I Paesi dell’UE sono invitati a sostenere e ad attivare iniziative in questo senso per muoversi verso un rinnovamento dei sistemi di produzione e consumo di energia a livello locale.

    In Italia la Direttiva RED II è stata recepita definitivamente con Il Decreto Legislativo n. 199 del 8 novembre 2021, che fa seguito a una serie di provvedimenti transitori emessi a partire dal 2020 che hanno posto le basi per l’introduzione delle REC sul nostro territorio.

    Questo sistema rappresenta uno degli strumenti per spingere verso la transizione energetica e si aggiunge ad altre forme di collaborazione esistenti come i gruppi di autoconsumo collettivo (ad esempio, gli abitanti di un condominio che condividono lo stesso impianto) e la comunità energetica dei cittadini (a differenza della REC non è subordinata al vincolo di vicinanza agli impianti e soprattutto può approvvigionarsi di energia proveniente anche da fonti fossili).

    Comunità Energetiche Rinnovabili: un modello di consumo efficiente

    Gli utenti della REC assumono il ruolo attivo di prosumer, cioè coloro che autoconsumano ciò che viene prodotto direttamente dai loro impianti. La parte di energia non utilizzata può essere ceduta per il fabbisogno della rete, riducendo enormemente gli sprechi e garantendo l’inclusione di tutti i partecipanti, nel rispetto del principio di energia condivisa che costituisce la base fondante delle comunità energetiche. A questo proposito è opportuno installare sistemi di accumulo e altre tecnologie come gli smart meter (i contatori intelligenti) che aiutano a gestire i flussi e a tracciarne l’andamento in tempo reale.

    Oltre a questo, un comportamento virtuoso da parte di ciascun membro consentirebbe di aumentare ulteriormente l’efficienza e ottimizzare i consumi.

    I benefici delle Comunità Energetiche Rinnovabili

    Uno schema come quello delle REC è in grado di apportare dei benefici diffusi.

    Benefici ambientali

    L’utilizzo di energia pulita da fonti rinnovabili permette di ridurre le emissioni di CO2 e l’impronta ecologica. Se questo modello dovesse prendere sempre più piede e replicarsi su larga scala, si darebbe un forte impulso al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Green Deal europeo.

    Benefici economici

    I progetti di transizione energetica possono contare su un solido sistema di incentivi statali, cumulabili con altre forme di agevolazione come lEcobonus. Questi strumenti consentono di risparmiare sui costi di investimento iniziali (che verrebbero comunque suddivisi proporzionalmente fra i membri della comunità) e di dotarsi di impianti super-efficienti in grado di produrre energia a costo zero.

    Benefici sociali

    La coesione e l’inclusione che si sviluppano a livello di comunità portano a una maggior consapevolezza sui consumi e al contrasto alla povertà energetica. Le REC sono aperte a tutti i consumatori – compresi quelli vulnerabili e a basso reddito – e l’accesso a uno strumento di aggregazione come questo non può che concorrere a migliorare situazioni di disagio particolare.

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